Le scarpe di tela

Mi chiamo Martina Pentasuglia e sono una cacciatrice di ispirazioni. 
Ho questo ricordo dell’infanzia legato a delle scarpe di tela nere con della frutta colorata disegnata comprate in un negozio bellissimo della provincia di Milano. 
Che belle quelle scarpe e come ero orgogliosa di averle!
“Grazie mamma, grazie papà, sono bellissime!”
Agli altri però… mi sa che non piacevano molto, non erano di moda, ma mi piacevano così tanto…
Non ho smesso di portarle, non l’ho fatto per voi. Un po’ della mia strada l’ho percorsa comunque con quelle scarpe, e l’ho fatto per me. Non per voi.

A voi 
“Le scarpe di tela”  

Ti guarderò 
quando con le scarpe di tela
percorrerai la tua strada.

Quando con la cartella
consumata dal tempo e dal colore
cercherai conforto.

Ti aiuterò.

Non capirai
forse no.

Quando sbatterai la porta
dalla rabbia, dalla delusione,
io ascolterò di nascosto.

Quando le tue guance
avranno inchiostro nero,
rossetto consumato
e fondotinta sciolto
resterò in silenzio.

Lo farò per te.

Quando con l’ingenuità 
e quelle scarpe di tela
hai iniziato a scrivere la tua storia
non è stato semplice.

Come se 
non avessi più bisogno di me.

Ma se correrai
non metterò ostacoli.

Cadrai, 
cadere fa male.

Ti aspetterò sulla linea del traguardo.

Non capirai.
Lo so. 

Sarà con le stesse scarpe di tela
che ti rialzerai
con più grinta di prima.

Niente è scritto,
scrivi tu la tua vita.

Che scrivere aiuta.

Quando avrai paura,
sarò una piccola luce 
sul fondo di una stanza buia.

Starò in silenzio.
Lo farò per te
e forse non capirai.

No, probabilmente no.

Ma questa sera
mi limiterò a guardarti
ad obbligarti a mettere via 
quelle scarpe di tela
che è sera
e domani 
inizia un nuovo giorno,
una nuova scoperta.


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